Ci sono piatti la cui bontà sta nella loro estrema semplicità.
Il gusto di certi abbinamenti si avvicina al mistico e assaporandoli pare proprio di afferrare l'armonia del tutto, l'essenza del godimento o la comunione con il Grande Spirito. Mi riferisco per esempio a radicchio e cipolla, piadina e sardoni, piadina e prosciutto, ricotta e miele, tagliatelle e strigoli, bruschetta aglio e olio ecc.
In questi casi va riservata un'attenzione estrema alla qualità degli ingredienti che è fondamentale per una buona riuscita del piatto.
Una menzione speciale, durante il periodo primaverile, spetta alla fava con il pecorino.
La ricetta è già siegata: prendete la fava, prendete il pecorino, un po' di piada ed annaffiate con vino o birra a seconda dei gusti.
Tenete presente che il livello di gusto della fava è inversamente proporzionale alla distanza che questa percorre prima di essere mangiata: la fava più buona è quella mangiata alla pianta. Chi non ha un orto tenga d'occhio i banchi del mercato che spesso si approvvigionano presso agricoltori locali.
Sul pecorino la scelta è ampia ma, se volete andare su qualcosa di romagnolo, vi consiglio formaggio di fossa di Talamello o di Sogliano, pecorino a caglio vegetale di Montefiore Conca, lacrima di Saludecio ecc.
La piada fatela in casa che è più buona!
Non vi resta che partire per il vostro viaggio mistico: buon appetito.
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