martedì 15 maggio 2012

Fava e pecorino ovvero l'armonia del tutto

Ci sono piatti la cui bontà sta nella loro estrema semplicità.
Il gusto di certi abbinamenti si avvicina al mistico e assaporandoli pare proprio di afferrare l'armonia del tutto, l'essenza del godimento o la comunione con il Grande Spirito. Mi riferisco per esempio a radicchio e cipolla, piadina e sardoni, piadina e prosciutto, ricotta e miele, tagliatelle e strigoli, bruschetta aglio e olio ecc.
In questi casi va riservata un'attenzione estrema alla qualità degli ingredienti che è fondamentale per una buona riuscita del piatto.
Una menzione speciale, durante il periodo primaverile, spetta alla fava con il pecorino.


La ricetta è già siegata: prendete la fava, prendete il pecorino, un po' di piada ed annaffiate con vino o birra a seconda dei gusti.
Tenete presente che il livello di gusto della fava è inversamente proporzionale alla distanza che questa percorre prima di essere mangiata: la fava più buona è quella mangiata alla pianta. Chi non ha un orto tenga d'occhio i banchi del mercato che spesso si approvvigionano presso agricoltori locali.
Sul pecorino la scelta è ampia ma, se volete andare su qualcosa di romagnolo, vi consiglio formaggio di fossa di Talamello o di Sogliano, pecorino a caglio vegetale di Montefiore Conca, lacrima di Saludecio ecc.
La piada fatela in casa che è più buona!
Non vi resta che partire per il vostro viaggio mistico: buon appetito.

sabato 5 maggio 2012

Finalmente la primavera: goletta con l'aglio

Avete piantato l'aglio come vi avevo consigliato?
Allora è il momento di raccoglierlo e preparare uno dei piatti più ghiotti e socialmente debilitanti della tradizione romagnola: la goletta con l'aglio.
Anche se questo piatto ha origini povere oggi sarebbe praticamente impossibile prepararlo senza coltivarsi l'aglio: 3 steli di aglio fresco costano almeno 1 € e, considerando che ne servono almento 7-800 g, vi verrebbe a costare un capitale.
Molti ritengono, non del tutto a torto, che l'assunzione di aglio possa creare qualche problema nei rapporti interpersonali.
Fermo restando che è sempre meglio l'odore di aglio a quello di alcool e fumo, è possibile attenuare i pesanti effetti sociali derivanti dalla sua massiccia assunzione rispettando queste semplici indicazioni:
- programmate il piatto in giorni festivi: i vostri colleghi ve ne saranno grati;
- organizzate una cena con gli amici o con la persona che amate: se tutti emanano aglio potrete evitare di essere emarginati e la vostra vita di coppia non subirà conseguenze;
- programmate un'attività fisica che vi consenta di sudare molto: vi aiuterà a smaltire più velocemente il sulfurio.

Non fatevi però spaventare da questi piccoli disagi, considerate anche ciò che di positivo deriva dall'assunzione dell'aglio che è una pianta dalle molteplici e benefiche proprietà.

Ma veniamo al dunque.
Ingredienti per 2 persone molto affamate:
1,5 hg di goletta (forse più nota come guanciale) affettata a macchina o al coltello
un bel mazzo di aglio fresco
mezzo bicchiere d'aceto
olio extravergine di oliva
sale e pepe

L'aglio fresco

Preparazione
Mondate l'aglio e tagliatelo a pezzetti lunghi 2-3 cm. Ungete con poco olio un tegame e ponete l'aglio a stufare. Salate moderatamente e versate l'aceto. Alzate la fiamma e fate evaporare l'aceto. Cuocete per 30-40 min a fuoco basso; se serve aggiungete acqua.
In una padella a parte rosolate la goletta affettata.
Quando l'aglio sarà cotto, unite la goletta ed un cucchiaio o due dello strutto che questa avrà prodotto.
Pepate a volontà e servite calda.


L'habitat naturale della goletta con l'aglio, come potrete facilmente immaginare, è la piada. Come potete vedere dalla foto seguente, il tutto può essere abbinato con una birra belga.


Nel caso in cui vi restino degli avanzi di detta goletta con l'aglio potete sfidare le vostre coronarie con un paio di preparazioni di recupero molto ghiotte:
- frittata di goletta con l'aglio
- tagliatelle, rigorosamente hand made, condite alla goletta con l'aglio.

venerdì 4 maggio 2012

Fiori di acacia fritti

Il caldo è arrivato e la vegetazione si è riattivata.
Tra le essenze più precoci e profumate troviamo l'acacia, in dialetto detta, meno elegantemente, "marugone".
L'infiorescenza dell'acacia è un grappolo di fiori bianchi e profumati che possono essere utilizzati in cucina.


L'essenza dell'acacia è termolabile per cui, una volta fritti, del caratteristico odore rimane ben poco. Ma non demoralizzatevi: quando si frigge anche una suola può risultare una ghiottoneria.
Le frittelle che vi propondo sono salate, in analogia con i caratteristici fiori di zucca.

Ingredienti:
fiori di acacia
birra diaccia
farina
olio di arachidi o analogo per la frittura
sale
pepe

Preparazione
Fate una pastella fine e liquida con la farina e la birra.
Scaldate abbondante olio in un tegame di acciaio bello largo.
Quando l'olio sarà ben caldo impastellate i fiori e scolate la pastella in eccesso ponendoli su una griglia (quelle del forno vanno benissimo).
Friggete fino a quando imbiondiscono.
Scolateli su carta assorbente salate e pepate.