domenica 29 gennaio 2012

Un gran classico: i gobbi con la salsiccia

Si ritiene che il termine "gobbo" sia dialettale e che il nome corretto di questo ortaggio sia "cardo". In verità i gobbi sono una particolare tipologia di cardi che si ottengono piegando e sotterrando il fusto della pianta.
Questa pratica comporta la caratteristica piega del fusto da cui il nome.
Questo metodo di coltivazione viene attuato per ottenere un ortaggio più tenero e croccante del più comune cardo ritto.
I gobbi si possono preparare in diversi modi (gratinati con besciamella, cotti con le uova ecc.) ma trovano la loro più degna morte se accompagnati a della salsiccia.
La ricetta è talmente semplice che è difficile definirla tale:
Nettate i cardi e lessateli. In una pentola ponete a soffriggere dell'aglio e, dopo averla rosolata cuoceteci la salsiccia. Versateci un bicchiere di vino e, se desiderate un po' di colore, aggiungete della passata o del concentrato di pomodoro. Aggiungete i gobbi lessati ed ultimate la cottura.
Mi raccomando: si mangiano con la piada!


mercoledì 25 gennaio 2012

Idee da altri blogger

Stasera si cena da noi!: Insalata mix di fagioli e verdure: Ciotola in ceramica collezione Ecology di EasyLife Design Quel sacchettino di fagioli misti per zuppa della ditta Melandri Gaudenzio ...

martedì 24 gennaio 2012

Zuppa inglese

Nonostante il nome è un dolce rustico tipicamente romagnolo, ci sono diverse teorie sulla sua origine ma ancora nessuno è stato in grado di addivenire ad una sintesi condivisa.
Quella che vi propongo è la ricetta più casereccia ossia quella che prevede l'impiego di savoiardi che, nelle infinite varianti di questo dessert, possono essere sostituiti con ciambella secca o pan di Spagna.
La preparazione è molto semplice perciò è di fondamentale importanza scegliere materie prime di qualità.
I savoiardi per esempio ce ne sono di vari tipi, personalmente preferisco quelli sardi, più grandi e meno standardizzati.
Poi servono le uova, prendetele biologiche e pensate a come impiegare le cere che vi rimarranno. Il latte ovviamente fresco ed intero.
Liquori: Alchermes, rum o qualsiasi altro spirito aromatizzato di vostro gradimento.
Infine, per realizzare la zuppa inglese, occorre preparare la crema e montare i vari solai di savoiardi imbibiti nei vari liquori.
Di seguito vi descrivo due ricette per la preparazione della crema.
1- Crema carica
Ingredienti: 0,5 l di latte, 130 g di zucchero, 7 tuorli, 40 g di farina, scorza di limone e vaniglia.
Preparazione: fate bollire il latte con gli odori (scorza di limone e vaniglia) e, nel frattempo, impastate i tuorli, lo zucchero e la farina. Mettete sul fondo di un tegamino il composto di uova, farina e zucchero e versateci a filo il latte bollente precedentemente filtrato. Durante questa operazione continuate a mescolare. Una volta versato il latte accendete il fuoco e continuate a miscelare fino a quando la densità sarà di vostro gradimento.

2- Crema meno carica
Ingredienti: 0,5 l di latte, 150 g di zucchero, 4 tuorli, 70 g di farina, scorza di limone e vaniglia.
Preparazione: come per la Crema carica.
Ora, per la zuppa inglese servirebbero almeno due creme di diverso colore: quella normale e quella al cioccolato. Per quella al cioccolato aggiungete due cucchiai di cacao amaro al posto al composto di tuorli e restate più scarsi di farina; in questo caso non usate la scorza di limone: con il cacao non ci sta bene! Per dare più colore è possibile preparare una crema verde semplicemente aggiungendo al latte cinque foglie di spinaci lessati e frullati.
Prima di comporre il dolce riponete in frigo le creme poi procedete come segue.
Imburrate una teglia di coccio e foderatela sui lati con savoiardi imbevuti nel rum. Fate attenzione a non esagerare con il liquore altrimenti il biscotto lo cederà in seguito. Spalmate sul fondo una delle vostre creme e coprite lo strato con savoiardi imbevuti nell'Alchermes, procedete così alternando le vostre creme per almeno 3 solai di savoiardi. L'opera va completata con un ultimo strato di crema con la quale potrete sbizzarrirvi nel creare vari disegni per perfezionare la vostra creazione.

domenica 15 gennaio 2012

Stringhetti al ragù matto


Stringhetti con il ragù matto come da ricetta.

Ragù matto

In Romagna si usa definire matta quella pietanza che viene preparata in aperta contraddizione con quello che il suo nome evoca. Ci sono così la pasta matta (senza uova), il brodo matto (senza carne) ecc.
In questo caso la pazzia consiste nel preparare un ragù senza carne ovvero con ciò che un tempo si definiva "carne dei poveri": i fagioli.
Questa ricetta è inoltre adatta per riempire gli stomaci di quella genìa di persone che hanno talmente in odio gli animali che si rifiutano perfino di mangiarli: i vegetariani.
Prestate però attenzione a quella corrente ortodossa, i vegani, che rifiutano perfino di nutrirsi dei derivati degli animali. Per questi quindi non può essere impiegata pasta all'uovo ma gli strozzapreti che sono appunto realizzati con pasta matta.
Veniamo al dunque.
Gli ingredienti sono:
mezza cipolla, una costa di sedano, una carota ed uno spicchio d'aglio
olio e.v. di oliva
passata/polpa di pomodoro
fagioli cannellini o borlotti lessati (anche in scatola)
sale e pepe
Per la preparazione del ragù matto procedete così:
preparate un battuto fine con mezza cipolla, una costa di sedano, una carota e uno spicchio d'aglio e ponetelo a stufare con olio e. v. di oliva.
Aggiungete il pomodoro, in passata o in polpa, a seconda dei gusti.
Aggiungete i fagioli in scatola o precedentemente lessati, sono molto adatti i canellini ed i borlotti.
Lasciate cuocere a fuoco lento per un'oretta.
Questa salsa trova la sua degna fine con la pasta fatta in casa sulla quale potete, a seconda del vostro credo e gusto, spolverizzare una bella dose di formaggio da grattugia sia esso pecorino nostrano o grana.



venerdì 6 gennaio 2012

Questo dovete averlo

Attraverso la descrizione dei cibi tradizionali delle feste Eraldo Baldini descrive le loro antiche discendenze precristiane con buona pace di quel clero che non perde occasione per polemizzare sulle cosidette "nuove mode pagane".


giovedì 5 gennaio 2012

Focaccia all'uso della Provenza

I francesi, pur cucinando cibi miserabili, li ingentiliscono semplicemente attribuendogli un nome nella loro lingua. Alcuni validi esempi sono: les escargots, le varie terrines, patè (che comunque sono sempre frattaglie), les moules (le cozze) ecc.
Questa focaccia non fa eccezione e, per abbindolare i vostri ospiti, potete tranquillamente chiamarla "gateau avec oignons et anchois"; di sicuro parrà un piatto raffinatissimo anche se poi si tratta di una semplice focaccia con le cipolle e le acciughe.

Ciò che vi serve è cipolla, impasto per pizza, un po' di curry, acciughe sottolio, sale, pepe ed olio extravergine d'oliva.

Tagliate finemente le cipolle, se avete una mandolina usatela, e stufatele con un po' d'olio e salatele. Considerate che calano molto per cui abbondate. Quando le cipolle saranno cotte aggiugete, pepe e curry a vostro piacimento, mischiate bene.
Prendete l'impasto della pizza lievitato (io lo faccio con 1 kg di farina, 0,5 l di acqua, 75 g di olio ex. v. d'oliva, lievito di birra ed un pizzico di sale) stendetelo su una teglia e copritelo con le cipolle stufate, disponete le acciughe sulla focaccia ed infornate a 250 °C per 20 minuti.
Questa focaccia è moto buona anche servita fredda per cui si presta bene per accompagnare antipasti e aperitivi.